La commedia ‘finale’ di Shakespeare

Abstract

È come se Shakespeare, attraverso il suo mago-principe, stesse valutando i diversi tipi di potere propri del mago, del sovrano e dell’artista. Questa preoccupazione dà al gioco un senso di finalità: l’impressione che Shakespeare stia riassumendo tutto ciò che aveva scritto prima e raggiungendo una conclusione equilibrata. Sappiamo che ha continuato a scrivere almeno una parte di Enrico VIII, ma questo non pregiudica il tono valedictory della Tempesta. È pericolosamente restrittivo, tuttavia, vedere il gioco come essenzialmente interessato all’autobiografia., Wilson Knight ha più persuasivamente sostenuto un caso per vedere un riflesso di ogni precedente dramma shakespeariano in The Tempest, ma è importante non sottovalutare gli obiettivi sociali e politici del drammaturgo. Nella rinuncia di Prospero alla sua magia c’è chiaramente un riferimento al pensionamento previsto di Shakespeare, ma l’opera si occupa di altre questioni oltre a quelle personali e artistiche. Prospero, come Faustus di Marlowe, è un pensatore rinascimentale, che cerca di migliorare se stesso e il mondo., Cerca nuovi regni di conoscenza ed è rappresentativo del potenziale appena scoperto dell’umanità. La Tempesta è anche l’ultimo dramma politico di Shakespeare. Attraverso la ripetizione dell’usurpazione originale sia nel tentato assassinio di Alonzo che nel complotto di Calibano contro Prospero, ci troviamo di fronte alle implacabili macchinazioni della statotecnica contemporanea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *