I trattamenti non farmacologici per l’ADHD possono comportare interventi comportamentali, psicologici, sociali, educativi e di stile di vita.1-7
Figura: Terapie non farmacologiche. Figura sviluppata da più fonti.1-7
Un approccio alla durata della vita
Gli interventi non farmacologici dovrebbero concentrarsi sempre più sull’individuo man mano che i pazienti maturano e diventano “agenti di implementazione” nella loro cura.,8 Gli interventi psicosociali svolgono un ruolo particolarmente importante durante le transizioni chiave della vita, ad esempio la transizione tra l’adolescenza e l’età adulta.9 I trattamenti devono essere modificati per le fasi chiave dello sviluppo, riflettendo sia i sintomi comportamentali più problematici in quella fase nel tempo, sia il livello di comprensione del paziente.8
Figura: Trattamenti non farmacologici: un approccio alla durata della vita. Riprodotto con gentile permesso da giovani S e Amarasinghe JM. J Bambino Psychol Psichiatria 2010; 51: 116-133.,8
Terapia comportamentale guidata dai genitori
La terapia comportamentale guidata dai genitori mira a trattare i sintomi principali dell’ADHD e il comportamento opposto e non conforme associato.2,10 Combina tecniche di gestione del comportamento con nuovi elementi terapeutici basati su modelli di sviluppo dello sviluppo sociale e cognitivo.2
Terapia comportamentale condotta in aula
Le terapie comportamentali condotte in aula vengono erogate in una situazione reale che fornisce formazione sul comportamento atteso, all’interno del contesto in cui è richiesto.,11 Questi interventi possono essere erogati dagli insegnanti tradizionali seguendo una formazione adeguata e combinare tecniche di modificazione del comportamento e di modificazione cognitivo comportamentale.11,12
Terapia cognitivo comportamentale (CBT)
La CBT consiste in un allenamento autoistruttivo somministrato su base individuale o di gruppo. Aiuta il paziente a:
- Sviluppare un approccio più pianificato e riflessivo al pensiero e al comportamento, comprese le interazioni sociali.,3
- Adottare un approccio più riflessivo, sistematico e orientato agli obiettivi per le attività quotidiane, le attività e la risoluzione dei problemi, incluso il funzionamento accademico.13
Sessioni regolari di CBT hanno dimostrato di ridurre i sintomi dell’ADHD nei bambini, negli adolescenti e negli adulti.14-23
Psicoeducazione
La psicoeducazione può essere vista come la fornitura di informazioni riguardanti l’ADHD alle persone con il disturbo e alle loro famiglie / persone vicine a loro.,24-27
I programmi di psicoeducazione non sono basati su approcci CBT o formazione comportamentale guidata dai genitori, ma sono progettati per informare pazienti e parenti sull’ADHD e sul suo trattamento, per aiutare a facilitare la comprensione e la gestione della condizione.25
Figura: Psicoeducazione-panoramica. Figura sviluppata da più fonti.9,24-27
Figura: Tipi di psicoeducazione. Riprodotto con gentile permesso da Ferrin M e Taylor E. Future Neurol 2011; 6: 399-413.,25
Neurofeedback
Il Neurofeedback comporta tipicamente esercizi basati su computer, che forniscono feedback sui livelli di attenzione per consentire l’allenamento comportamentale.4,28
Le attività cerebrali dei pazienti sono misurate mediante elettroencefalogramma durante l’esecuzione di un compito, di solito un gioco per computer, in cui i pazienti ricevono punti quando la loro attività cerebrale mostra cambiamenti positivi.5,28
Questo dà un feedback immediato ai pazienti sul loro livello di attenzione durante un compito.4 Pazienti vengono quindi addestrati a monitorare e modificare i loro modelli di onde cerebrali.,4
Esercizio e dieta
Le attuali raccomandazioni, tra cui le linee guida dell’Istituto Nazionale di salute e cura (NICE), sostengono l’importanza di un regolare esercizio fisico, una dieta equilibrata e una buona alimentazione per bambini, adolescenti e adulti con il disturbo.1
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Data di preparazione: marzo 2019; Codice lavoro: INTSP/C-ANPROM/NBU/16 / 0049c